22 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Gian Antonio Stella

Quattro decenni dopo, per l’ennesima volta, quel processo che mostra con l’impatto di nessun altro documento storico cosa sia la violenza a una donna ribaltata in tribunale in un turpe processo alla vittima, non ha potuto essere riproposto dalla Rai neppure oggi, 25 novembre, giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne


«Qui si tratta di una ragazza, senza offesa, perché signori miei, io non ho una cattiva opinione affatto delle prostitute (…) qui si tratta di una ragazza che ha degli amanti a pagamento…» Ma come? Dove? Quando? E le prove di un’accusa così infamante? Quarantuno anni dopo esser andate (miracolosamente) in onda fanno ancora vomitare le parole usate in certi interrogatori e certe arringhe dagli avvocati che difesero con argomenti insopportabili i quattro bulli quarantenni che avevano violentato una ragazza in una villa di Latina. Aveva diciotto anni, era disoccupata, era stata attirata con la balla di un’offerta di lavoro e, sequestrata, era rimasta per ore e ore in balia della banda.
Quattro decenni dopo, per l’ennesima volta, quel processo che mostra con l’impatto di nessun altro documento storico cosa sia la violenza a una donna ribaltata in tribunale in un turpe processo alla vittima («Signori miei, una violenza carnale con fellatio può essere interrotta con un morsetto. L’atto è incompatibile con l’ipotesi di una violenza» oppure «La violenza c’è sempre stata (…) Non la subiamo noi uomini? Non la subiamo noi anche da parte delle nostre mogli?») non ha potuto essere riproposto dalla Rai neppure oggi, 25 novembre, giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il documentario girato da sei giovani registe (Rony Daopulo, Paola De Martiis, Annabella Miscuglio, Anna Carini, Maria Grazia Belmonti, Loredana Rotondo) e trasmesso nel ‘79 dalla rete pubblica con un boom d’ascolti (9 milioni di telespettatori), premiatissimo e conservato anche al MoMA di New York, è tenuto infatti a bagnomaria da una diffida di quei vecchi avvocati o dai loro eredi consapevoli (solo oggi!) di quanto ignobili fossero quelle spiritosaggini difensive. Bagnomaria sempre più inaccettabile col passare degli anni e davanti al ripetersi di violenze dettate da un machismo mai sconfitto. Si pensi alla diciottenne sequestrata e violentata nell’attico extralusso di Milano dal nababbo tossico Alberto Maria Genovese o alle altre due diciottenni vittime di Ciro Grillo e dei suoi tre compagni di bravate a Porto Cervo. Tema: non sarebbe bello se la Rai (servizio pubblico!) esercitasse il suo ruolo pretendendo di aiutare anche i giovani di oggi a capire cosa sia un processo capovolto?

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