22 Novembre 2024
virginia raggi

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L’ex sindaca di Roma: «Giuseppe Conte non è in discussione, ma il M5S è chiuso in sé stesso. Beppe Grillo è un vulcano di idee, per noi ci sarà sempre e ora ci sentiremo più spesso»

«Beppe? Mi ha detto che c’è e ci sarà sempre per il Movimento. In questa fase di difficoltà sarà facile vederlo più spesso». Virginia Raggi usa poche parole, ma che ridefiniscono il ritorno in prima linea di Grillo e della vecchia guardia M5S dopo la sconfitta alle Europee.

Come ha trovato Grillo?
«Anche gli avversari più critici hanno sempre riconosciuto a Beppe una non comune capacità di guardare avanti. In questo non è cambiato. Sicuramente attento, altrimenti non sarebbe venuto qui a Roma, e sempre un vulcano di idee. Siamo rimasti d’accordo che ci sentiremo con più frequenza».

Si è parlato negli ultimi mesi di un suo addio al M5S.
«Ho collaborato a far nascere il M5S quando eravamo in pochi e giravamo con un banchetto di plastica per raccogliere firme sul referendum per l’acqua pubblica. Ho sempre quello spirito. Ho molta più esperienza — le assicuro che fare il sindaco della Capitale d’Italia è un’opera davvero molto impegnativa — ma non ho cambiato i miei valori. Su di me hanno detto di tutto e non ci hanno preso quasi mai. Magari qualcuno se lo augura anche, ma fa parte del gioco».

Gira l’idea di nuovo direttorio per coadiuvare Conte. La sua leadership è in discussione?
«Conte è stato presidente del Consiglio, dimostrando grandi capacità. Non è in discussione. Ma occorre ammettere che il M5S ha iniziato ad avere problemi quando si è chiuso su sé stesso. Al di là della leadership e dei direttori, il Movimento è nato per uno scopo che era quello di provare a innovare il modo di fare politica ponendo nuove domande: c’erano luoghi di aggregazione, anche online, dove si dibatteva liberamente e si portavano i temi all’attenzione dei portavoce. Era l’idea di Gianroberto Casaleggio. Occorre chiedersi se abbiamo ancora questa capacità, questa idea, trovare di nuovo il nostro ruolo in politica».

Per questo ci sarà la fase costituente, ma dovrebbe tenersi in autunno.
«Serve velocemente una fase ri-costituente. Si deve creare un’agenda, parlare di temi e non di leadership o regolamenti: sanità e scuola pubblica da ricostruire, economia sostenibile e rivoluzione energetica da accompagnare, il lavoro per i giovani e le donne, il supporto alle persone fragili, la pace in Ucraina e Medio Oriente, il rilancio dell’agricoltura, l’Intelligenza artificiale, senza dimenticare il tema delle legge elettorale e delle preferenze: questi sono i temi di cui parlare. Ripartire dalla nostra identità, dai nostri metodi e lavorare sul coinvolgimento dei cittadini alla gestione della “cosa pubblica”, correggendo quello che magari non ha funzionato, ma senza snaturarci completamente».

Molti nel M5S vogliono cambiare la regola dei due mandati. La norma tocca i big storici come lei. Che ne pensa?
«Parlare di questo tema come se fosse la vera causa della débâcle alle Europee è fuorviante».

E quale è la causa?
«Gli schemi destra-sinistra fanno parte del passato. Se chiede oggi a un ragazzo, non sa di cosa si tratti. D’altronde per decenni hanno fatto le stesse politiche sia a destra che a sinistra. L’unica novità l’abbiamo portata noi con le nostre idee: digitalizzazione, ambiente e transizione ecologica, reddito di cittadinanza, misura presente in tutta Europa tranne che in Italia e Grecia».

Vede il M5S fuori dall’alveo progressista?
«Il M5S deve ritrovare una delle proprie caratteristiche: essere alternativo al sistema politico tradizionale. Schiacciarci sulle posizioni della destra, come è accaduto quando ci si è alleati con la Lega al governo, o con la sinistra, ci snatura e rende irriconoscibili. Dobbiamo presentare i temi e farci seguire su questi, come abbiamo già fatto con il reddito di cittadinanza. Su questo ci hanno seguito sia la destra che la sinistra, salvo poi disconoscerlo a posteriori. Ma l’agenda politica l’abbiamo dettata noi. Le faccio un esempio pratico: in Europa abbiamo spinto affinché si desse vita alle comunità energetiche rinnovabili. Portano benefici ai cittadini, alle aziende e all’Italia che può ridurre la propria bolletta energetica. Secondo lei questa misura M5S è di destra o di sinistra? Secondo me, è semplicemente una buona idea».

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