Fonte: La Stampa
Kyriakos Mitsotakis governerà con una maggioranza monocolore. I neonazisti di Alba Dorata non entrano in parlamento
Kyriakos Mitsotakis alla guida della Grecia. Il 51enne leader del partito di centrodestra Nea Dimokratia ha condotto il suo partito ad una netta vittoria che mette fine all’era della sinistra al governo di Alexis Tsipras ed apre le porte ad un periodo di riforme che parlano di meno tasse, più apertura agli investimenti privati e meno burocrazia. Una vittoria che permette al nuovo leader greco di governare con una maggioranza monocolore nel Parlamento, garanzia di un’azione di governo senza i brividi che hanno caratterizzato molti degli ultimi esecutivi ellenici, basati su maggioranze turbolente. Con oltre il 75% dei voti conteggiati, Nea Dimokratia ottiene il 39,6% dei voti e 158 seggi. Syriza prende il 31,6% (86 seggi). I socialisti di Kinal 7,9% (22); il Kke 5,4% (15); i nazionalisti di Elliniki Lysi 3,8% (10); il movimento di Diem25 di Yanis Varoufakis il 3,5% (9). I neonazisti di Alba Dorata non entrano in parlamento.
“Lavorerò anche per quelli che non ci hanno votato”
L’affluenza, che si temeva in calo, è stata del 57,41%, leggermente superiore alle politiche del 2015, nonostante la giornata di caldo torrido. Mitsotakis ha fatto un breve intervento in tv dai toni ‘unificanti’ per poi apparire davanti alla folla festante di fronte alla sede di Nea Dimokratia sulla via Pireos. “Lavorerò duramente, per tutti i greci e le greche, anche per quelli che non ci hanno votato. E cominceremo subito perché non c’è tempo da perdere”, ha affermato, ribadendo la sua promessa: meno tasse, salari più alti e più investimenti. E ha detto che è ora che la Grecia “si faccia sentire” in Europa. “I cittadini hanno preso il destino nelle loro mani. Domani è l’alba di un nuovo giorno”.
Tsipras: abbiamo pagato scelte difficili
E se Mitsotakis festeggia – per lui è arrivata una telefonata di congratulazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan – Tsipras, dal canto suo, ottiene un risultato migliore di quello delle elezioni europee e amministrative e sicuramente sopra ai tanti sondaggi di queste settimane, anche considerando che nel 2015 Syriza prese il 35,5%: “I cittadini hanno scelto. E noi rispettiamo il risultato, perché il cambio di governo è l’essenza della democrazia, non un paradosso. Ho fatto i complimenti a Mitsotakis e domani gli consegnerò l’ufficio del primo ministro”, ha detto Tsipras incontrando i giornalisti. Il premier uscente ha aggiunto che Syriza ha fatto “scelte difficili” per cambiare il paese, “pagando un alto prezzo”. Tsipras ha sottolineato come il risultato odierno non sia poi così lontano dal successo del 2015. “E’ un onore aver ricevuto ancora questa fiducia. Noi la useremo per cambiare Syriza in un movimento democratico con forti radici tra i lavoratori. Ora analizzeremo i nostri errori e poi saremo un’opposizione responsabile ma molto attiva in Parlamento”.
Nea Dimokratia si presenza come una forza nuova
La Grecia ha dunque ridato fiducia al centrodestra di Nea Dimokratia, lo stesso partito che era al governo quando esplose la catastrofica crisi finanziaria, diventata poi crisi sociale. Ma che oggi si presenta come una forza nuova e diversa: Mitsotakis ha condotto una campagna elettorale giocata con sicurezza, visitando ogni angolo del Paese e promettendo il cambiamento che molti si aspettano da lui, in particolare sul fronte fiscale. Con la sua aria da riformatore moderato, pragmatico e prudente, Mitsotakis, classe 1968, economista con studi in università Usa, sembra aver conquistato la fiducia in particolare tra le classi medio-alte, da sempre ostili a Tsipras. Alexis Tsipras ha alla fine scontato il malcontento accumulato in questi lunghi anni in cui ha gestito la crisi – una crisi finita, nei numeri dell’economia, ma la cui fine non viene ancora avvertita da molti greci. Ma anche altri fattori hanno pesato: come l’accordo sul nome della Macedonia con Skopje, odiato dai nazionalisti. O come la gestione giudicata poco chiara e inadeguata dei micidiali incendi della scorsa estate, costati la vita ad oltre cento persone nei pressi di Rafina. Per i suoi sostenitori, il premier è riuscito ad unire la sinistra e ha difeso i diritti in tempi difficilissimi, limitando la catastrofe sociale; per i suoi detrattori non ha mantenuto troppe promesse, e in alcune occasioni non sarebbe stato sincero. Per lui, da domani, inizia una stagione all’opposizione, contro una maggioranza che appare difficile da scalfire.