L’intervento nel trecentesimo giorno di guerra. Dagli Usa un piano di 45 miliardi. La visita è il primo viaggio all’estero del presidente ucraino dall’inizio della guerra
Al trecentesimo giorno di guerra, Volodymir Zelensky mette piede fuori dall’Ucraina e oggi è a Washington, l’alleato che mettendo sul piatto oltre 22 miliardi di armi e consolidando l’alleanza atlantica, ha contributo in maniera determinante alla difesa di Kiev dinanzi alla “brutale e criminale invasione russa”.
È la seconda volta che Zelensky sarà alla Casa Bianca, la prima dall’inizio della guerra. Nel settembre del 2021 vide Biden, il quale lo spronò a continuare il percorso delle riforme per contenere il potere degli oligarchi. Discorsi poi spazzati via dalle mire imperialistiche di Putin.
Zelensky è partito ieri sera dall’Ucraina alla volta della capitale Usa. I primi a dare la notizia sono stati nel tardo pomeriggio americano i cronisti di PunchBowl News, sito ben introdotto nei meandri della politica Usa. Da lì via via si sono susseguite le conferme, dapprima prudenti, fino a quando anche la Casa Bianca ha spiegato come è nato il viaggio e perché Zelensky è a Washington.
Genesi di una visita
Un primo accenno all’ipotesi di tenere un bilaterale nello Studio Ovale lo ha fatto Biden nel corso di una telefonata l’11 dicembre: due giorni dopo l’invito è stato formalizzato. Nel giro di quattro giorni ha accettato e confermato che avrebbe lasciato per la prima volta il Paese dall’inizio del conflitto. Quindi Biden ha avvertito Nancy Pelosi per informarla della possibilità del doppio impegno: incontro con Biden e discorso al Congresso riunito in plenaria. Nancy Pelosi, all’ultimo giro da Speaker, ha subito accettato e ha inviato ai deputati e senatori un invito a stare a Washington il 21 per “un’incredibile serata per la democrazia”. È da qui che è filtrata la notizia che i reporter di PunchBowl hanno rilanciato. Questo pomeriggio Zelensky vedrà Biden, poi andrà al Congresso. Rientrerà subito dopo in patria.
Le motivazioni
Un alto funzionario dell’Amministrazione, confermando la visita di Zelensky in una conference call con i reporter quando il volo del presidente ucraino era decollato da un luogo che ieri sera era ancora ignoro, ha detto che “questa visita è qualcosa che volevamo da tempo”. Quindi ha ribadito come la forza e la resilienza ucraina, con il sostegno Usa, sono stati fondamentali per spezzare i piani russi. “Putin pensava che la guerra sarebbe durata poco e che avrebbero soggiogato il Paese in poco tempo, 300 giorni dopo l’Ucraina è ancora in piedi. Non solo, gli ucraini sono riusciti a riprendersi territori. Per questo Mosca ha lanciato una barbara reazione attaccando le infrastrutture vitali ucraine, distruggendo i generatori di energia per spezzare la tenacia degli ucraini e farli soffrire. Ma senza riuscirci”.
I temi Zelensky e Biden avranno oggi l’opportunità di discutere un ampio ventaglio di temi, la situazione sul campo di battaglia, l’addestramento e le doti belliche degli ucraini, le sanzioni e il blocco dell’import tecnologico in Russia che sta creando – ha detto l’alto funzionario – costi significativi all’economia russa. Soprattutto, alla industria della difesa e al settore energetico. Il presidente Usa ribadirà come le mosse russe anziché fiaccare l’Occidente l’hanno rinsaldato e contribuito a creare una coalizione di 50 Paesi impegnati a dare aiuti militari, sostegno finanziario e umanitario a Kiev.
Negoziati e combattimenti
A Washington i toni su eventuali negoziati con la Russia sono mutati nelle ultime settimane. Non ci sono mai stati incontri ad hoc sulla questione ucraina, spiegano le fonti Usa, ma i canali di dialogo sono costanti. Ora si stanno comunque restringendo le strade della diplomazia. In un briefing con la stampa ieri mattina, John Kirby, portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, ha detto che nessuno “ormai crede che Putin voglia risolvere la guerra con la diplomazia”. Lo dimostrano agli occhi Usa gli attacchi con droni iraniani e missili sulle infrastrutture. L’alto funzionario che ha confermato l’arrivo di Zelensky è stato ancora più diretto dicendo che “la Russia non ha mostrato alcun interesse a mettere fine alla guerra brutale. La guerra continuerà, l’inverno sarà difficile e noi continueremo a sostenere Kiev”. E per quanto riguarda l’ipotesi negoziale ha ribadito quello che è diventato ormai uno slogan: “Sull’Ucraina non si decide nulla senza gli ucraini”.
I Patriot
Zelensky otterrà i tanto agognati e più volte richiesti missili Patriot, il più formidabile strumento di difesa antiaerea. Oggi Biden firmerà un nuovo pacchetto di armi del valore di circa due miliardi di dollari. Conterrà missili e bombe teleguidate con sistema JDAM e soprattutto una batteria di Patriot, “un asset decisivo per difendere il Paese dagli attacchi russi”. I soldati ucraini verranno addestrati al loro uso in un Paese terzo che non è stato specificato. “Servirà del tempo”, ha precisato l’alto funzionario perché la batteria entri a pieno regime. Gli Usa continueranno a fornire armi adatte al tipo di conflitto che si sta combattendo ora, razzi Hawk ed equipaggiamenti anti-droni principalmente. All’inizio erano state le forniture di Javelin e missili portatili Stinger a caratterizzare il conflitto; quindi, l’artiglieria pesante e gli Himars hanno consentito a fine estate agli ucraini di sfondare le linee nemiche in diverse parti dell’Est e a riconquistare posizioni e liberare città, come Kherson e Kharkiv. Ora la guerra è in una situazione di stallo.
Il sostegno degli americani
A pochi giorni dall’insediamento del nuovo Congresso con la maggioranza repubblica alla Camera, sono aumentati i segnali di preoccupazione circa uno scollamento o un allentamento del sostegno dell’opinione pubblica Usa per gli aiuti e il sostegno a Kiev. Ieri deputati e senatori hanno trovato l’intesa per approvare il budget di 1,7 trilioni di dollari per finanziare i programmi federali del prossimo anno. Ebbene 44,9 miliardi dono destinati all’Ucraina. È un “assegno” per cui la Casa Bianca si è mobilitata. Nei giorni scorsi funzionari dell’Amministrazione hanno fatto un briefing ai senatori spiegando lo stato delle cose in Ucraina. Il discorso di questa sera di Zelensky, secondo l’Amministrazione, dimostrerà che “il supporto per Kiev resta ampio, profondo e bipartisan”.